Il veggente by Saverio Gaeta

Il veggente by Saverio Gaeta

autore:Saverio Gaeta
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani
pubblicato: 2016-02-25T00:00:00+00:00


7.

Le profezie

«Sogno o segno?» Con questo gioco di parole Bruno Cornacchiola definiva nel suo diario le premonizioni che continuò a ricevere per tutta la vita, a conferma della veridicità dell’apparizione del 1947 e della costante presenza di Maria al suo fianco. Il concilio Vaticano I ha infatti proclamato come verità di fede che

«Dio ha voluto che agli interiori aiuti dello Spirito Santo si accompagnassero anche prove esteriori della sua rivelazione: cioè fatti divini e in primo luogo i miracoli e le profezie che, manifestando in modo chiarissimo l’onnipotenza e la scienza infinita di Dio, sono segni certissimi della divina rivelazione adatti a ogni intelligenza».

Bruno Cornacchiola non ha vissuto serenamente tutto ciò. Poiché la conoscenza implica la responsabilità, il peso delle profezie è estremamente gravoso per il veggente. Nella storia della Chiesa sono stati numerosi gli uomini e le donne dotati di questo carisma: generalmente però non hanno avuto vita facile. Di norma, alla visione di qualcosa che avverrà, non è infatti associata la data dell’evento, cosicché la verifica potrà esserci soltanto in un tempo indeterminato, non di rado dopo la morte stessa del veggente.

«Spesso faccio dei sogni che poi, nel guardarmi le ginocchia o le mani o il dorso, le ferite e altri segni risultano veri. Sogno che cammino in ginocchio sopra delle pietre e sento il dolore, le ginocchia sono ferite e i segni sono di pietre attaccate alla carne, e così le mani».

Questo annotava Cornacchiola il 2 maggio 1973, a conferma che ciò che vedeva aveva una connotazione realistica. E il 1° agosto 1981 sintetizzò:

«Spesso sento in me qualcosa che poi si avvera, e quando lo vedo avverato mi mette uno spavento che mi fa tremare tutto il corpo; non mi reputo indovino, ma Maria conosce ogni cosa, è Madre».

La prima premonizione di cui si trova traccia nel diario risale al 30 marzo 1949:

«Questa mattina ho fatto un brutto sogno. Mi pareva di vedere un aereo andare a fuoco e sopra vi era scritto: Torino. Che sarà?»

Il 4 maggio successivo avvenne la tragedia di Superga: l’aereo che stava riportando nel capoluogo piemontese la squadra di calcio del cosiddetto Grande Torino, da cinque anni ininterrottamente campione d’Italia, si schiantò contro il muraglione posteriore della basilica sulla collina torinese provocando trentuno vittime.

Negli anni successivi si trovano tracce di altri presagi, senza però dettagli che consentano di afferrarne la portata. Gli appunti tornano comprensibili al tempo della morte di Giovanni XXIII. Ai primi di maggio del 1963, un mese prima della scomparsa del Pontefice, Cornacchiola già menzionava il nome del successore:

«Si prega per il Papa Giovanni XXIII. Non sarà lui, il Papa delle Piramidi: si chiamerà Paolo? Si attende che sia chiaro».

Nei giorni del pre-Conclave, scrisse con precisione:

«Entro venti giorni ci sarà il nuovo vicario. Tra tutti i cardinali, chi meglio di Montini. Lascio alla volontà di Dio ogni cosa. Chi sono io?» (4 giugno).

«Un Paolo V lavorò per sistemare politicamente lo Stato. Ora un Paolo VI ci vuole per sistemare la Chiesa» (8 giugno).

Circa dieci anni più tardi, il 31



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